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Convento di Santa Maria della Consolazione

il convento di Santa Maria della Consolazione. Esso é ubicato più in alto e non lontano dal convento di San Francesco. Viene eretto dai Cappuccini nel 1559 accanto alla preesistente chiesetta di Santa Maria indicata, in un documento del 1059, in bertice montis. La piccola chiesa, intitolata a Santa Maria della Consolazione, è antecedente al convento, come testimonia Antonio Mazza nel suo testo Historiarum epitome de rebus Salernitanis, in quibus origo, situs, vbertas, respublica, primatus ... ac aliae res ad Salernitanam vrbem spectantes dilucidantura (1681), e all’ubicazione della chiesa stessa, che sorge lateralmente al monastero.

Il convento prendeva il nome da un quadro raffigurante la Madonna della Consolazione, titolo che mantiene in seguito e dà il nome alla strada che conduceva al convento. Entro le mura della città, verso il castello, una famiglia nobile salernitana, i Marchesi Capograssi, concedono gratuitamente parte di terreno, mantenendone il diritto di proprietà, per la costruzione dell'edificio. Quando i religiosi vengono cacciati nel 1866, la proprietà viene incamerata dal demanio. Gli storici riferiscono che la fabbrica è eseguita "con le elemosine di tutto il popolo"; tuttavia non sono d’accordo sulla data d'erezione, che varia tra il 1560 ed il 1561. Il Mazza (1681) assegna l'anno 1559, che è la data riportata dalla maggior parte degli studiosi. Il convento ha avuto molta importanza nella vita della provincia monastica dei cappuccini di Basilicata-Salerno. Infatti, già prima del 1596, viene prescelto quale “sede del provinciale” pur trovandosi agli estremi limiti della provincia, assolvendo a compiti particolari per l'intera provincia. La sua importanza è ricordata negli Atti del Sinodo di Marsilio Colonna: «Monasterum S. Mariae Consolatione Capuccinorum». Ebbe, quindi, notevole importanza nella vita della Provincia monastica dei PP. Cappuccini di Basilicata – Salerno, essendo stato prescelto, già prima del 1596, a sede di primaria importanza. Difatti in tutte le statistiche relative ai monasteri di detta provincia dal 1596 al 1633, questo di S. Maria della Consolazione è sempre stato al primo posto. Nel 1904 è costruito l’attuale convento dell’Immacolata, dove si trasferiscono i frati nel 1908 costituendovi pure la sede provincializia. Il 4 ottobre 1937 è eretta la parrocchia regolare dell’Immacolata affidata ai PP. Cappuccini. Attualmente l'edificio è disabitato e in attesa di lavori di restauro.

l'ecodeichiostri MANIFeST: 

 

L’eco dei chiostri è un viaggio nel cuore degli antichi conventi salernitani, nostra terra di indagine e lavoro, un viaggio fatto di splendori e successivi abbandoni, un viaggio che possa far rivivere le antiche insulae conventuali all’interno e intorno ai chiostri. Sembra quasi di risentire oggi le voci oranti e i canti gregoriani dei monaci che li hanno abitati; sembra che quei muri oggi distrutti siano ancora pronti a farsi affrescare da abili mani; sembra che quelle stanze umili siano ancora adatte alla preghiera e al raduno; sembra che quei complessi, più o meno grandi e maestosi, possano ancora oggi continuare ad essere delle isole di resistenza contro la frenesia della società contemporanea; sembra che possano ancora fermare il tempo anche se il tempo su di loro è invecchiato troppo in fretta, tanto che oggi ne sentiamo solo un’eco lontana. Il convento di Santa Maria della Consolazione, il Monastero di Santa Maria di Montevergine, quello di San Domenico e gli altri vorrebbero essere rivissuti oggi dall’uomo contemporaneo che ha il difficile compito di trasformare quell’eco lontana in una voce limpida e forte per l’uomo di oggi e di domani. Per questo motivo L’eco dei chiostri vuole essere una risposta concreta all’abbandono e alla dimenticanza di luoghi troppo carichi di memoria storica per essere dimenticati, dimostrando come un’altra strada a musei dell’abbandono a cielo aperto possa essere possibile e percorribile oggi

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